Lungi da me fare della politica!
Che poi la parola politica, nel suo significato etimologico, vuole dire amministrazione della polis, ossia della cosa pubblica. Per cui fare politica non vuole dire altro che “occuparsi della cosa pubblica”. Che sembra quasi una barzelletta, di questi tempi.
Comunque.
Volevo raccontarvi una cosa, cari genitori nuclearisti. Il nucleare, si sa, è l’unica tecnologia, al momento, che permette di produrre energia pulita (a basse emissioni) relativamente a basso costo.
Una manna per il pianeta, se uno non considera il trascurabile fatto che non si è ancora risolto il problema di come smaltire le scorie (problemino che si presenta abbastanza arduo da risolvere, dato che le scorie si mantengono radioattive e pericolose per un tempo che varia dai 300 al milione di anni).
Ma anche il motore a vapore, agli inizi della rivoluzione industriale, con i suoi 15 cavalli, era considerato l’unica e più efficiente alternativa al cavallo in carne e ossa.
Qundi basta non farsi coinvolgere dall’irrazionale spinta emotiva antinuclearista che ha influenzato le masse ignoranti dopo Fukushima. Dimenticarsi che ancora oggi i bambini di Chernobyl vengono mandati, se possibile, ogni anno per almeno tre settimane in paesi stranieri, ospiti di famiglie volontarie, per tentare di arginare il pericolo di tumori infantili. E pensare che in fondo Chernobyl e Fukushima erano centrali di prima generazione, poco sicure e assolutamente superate.
Peccato che uno studio ufficiale del governo tedesco (in Germania ci sono 12 centrali atomiche, che producono il 26% del fabbisogno elettrico nazionale) abbia scoperto che per i bambini che abitano entro un raggio di 5 km da una centrale nucleare (perfettamente funzionante e sicura) il rischio di sviluppare un tumore sia del 60% maggiore che per un bambino che vive in un’area nuclear-free. E che quello di sviluppare una leucemia sia del 160% maggiore.
Quindi il governo italiano, molto ragionevolmente, e incurante del risultato di un referendum popolare che nel 1987 vedeva più dell’80% dei votanti italiani contrari alle centrali nucleari nel nostro paese, ha deciso che è ora che ci dotiamo anche noi di questi geniali ritrovati della tecnologia. E siccome non bastano i soldi per costruirle, ha deciso di tagliare i fondi, già stanziati ed approvati fino al 2013, destinati allo sviluppo delle energie alternative (unica speranza per passare dal motore a vapore al turbo, in campo energetico).
Così ci ritroveremo a vivere in un paese ad alto rischio di terremoti, in cui non regge nemmeno una casa dello studente, figuriamoci una centrale nucleare. In un paese in cui vengono inabissate intere navi di rifiuti tossici senza che nessuno se ne accorga, e figuriamoci dove finiranno le scorie radioattive che nemmeno il Giappone e l’America sanno dove mettere. In un paese che, essendo davvero ottimisti, nel 2020, avrà 4 centrali che copriranno solo il 10% del fabbisogno nazionale. Un paese che, con tutto il sole e il vento che abbiamo, gratis, dovrebbe diventare l’avanguardia delle energie rinnovabili, a essere giusto un pelo lungimiranti.
E i nostri bambini, in cambio (o perlomeno quei poveretti che vivranno nel raggio di 5 km dalle suddette centrali), avranno il 60% in più di probabilità di ammalarsi di tumore, e il 160% in più di ammalarsi di leucemia.
Un’ultima nota: il rischio aumenta considerevolmente nei bambini sotto i 5 anni.
Voi lo sapete cosa voglia dire avere un bambino di 1 anno ammalato di tumore, o di leucemia? Io no.
E sinceramente preferisco non saperlo.
Pensateci, prima di andarvene al mare, il 12 giugno.
Fonte:www.elle.it
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