13.5.11

SPETTACOLO TEATRALE A SOSTEGNO DEI 2 SI per l'acqua PUBBLICA!!!

domenica 15 maggio · 20.00 - 23.00

SAVA - Sala Amphipolis (c/o Comune)

 

SPETTACOLO TEATRALE A SOSTEGNO DEI 2 SI per l'acqua PUBBLICA!!!
NON MANCATE E DIFFONDETEEEEE!!!
...ecco lo spettacolo Acqumana che leggendo sul sito mi sembra molto interessante
http://www.exayroad.org/index.php?option=com_content&view=article&id=119%3Ail-progetto&catid=1%3Aultime&Itemid=50
di cui vi riporto la sintesi del progetto
Sintesi:
L'acqua è da sempre elemento fondamentale nella vita dell'essere umano e da sempre il dominio su di essa ha dato origine a stati di tensione economica e sociale. Tuttavia è solo con la spinta del mercato neoliberista che – dopo aver fatto tabula rasa di qualsiasi legame tra uomo e natura – anche l'acqua esce dalla sfera sociale per entrare di fatto nell'ampia sfera di influenza economica. La fonte di vita primaria per gli esseri umani diviene così una qualsiasi merce soggetta alla “non legge” del mercato, secondo la quale può essere utilizzata a proprio piacimento purché tale utilizzo sia mirato a ottenere la massima resa con la minima spesa. Praticamente una legittimazione a danneggiare le persone e l'ambiente che le circonda, “tanto – comunque vada – il costo del danno non sarà mai pagato da chi l'ha commesso”.
In un ottica di denuncia – ma non solo – nasce il progetto AcqumanA; non solo, perché di spettacoli incentrati sul tema dell'acqua negli ultimi anni ne sono stati prodotti molti e sotto molteplici angolazioni. AcqumanA non è quindi lo sguardo di un tecnico che sviscera dati, né la voce del sud del Mondo che reclama ciò che appartiene alla sua terra, e neppure la fonte di vita umana e spirituale; o meglio, è tutto questo visto dal punto di vista dell'uomo della strada, della madre, del lavoratore salariato, del contadino, di chi si ferma su un ponte e in quell'acqua che scorre ingabbiata scorge il futuro del mondo: il punto di vista di una persona come tutti noi, perché è per parlare alle persone che il teatro prende vita, e per la diversità tra le persone che esso si lascia modellare. AcqumanA è come uno di quei cibi della quarta settimana, quando la dispensa è semi-vuota e ci si arrangia con quel che costa meno, quel che c'è, quel che si trova sempre e che piace a tutti: e allora raccogli anche le briciole, gli avanzi, perché senza di quelli si rischia la fame. Ecco, questo è AcqumanA, è quel bisogno di tener duro dando fondo a tutte le energie rimaste, è quello che ci resta e senza il quale non varrebbe più la pena di lottare e di vivere. E' emozione.
AcqumanA
L'idea:
Trattare il tema dell'acqua una volta in più non è mai abbastanza; l'acqua è uno dei pochissimi ambiti che ci tengono legati a due pilastri fondamentali nella vita degli esseri umani: la comunità e la natura. Tuttavia anche questo legame pare destinato a spezzarsi, anche un diritto naturale come l'accesso all'acqua per vivere senza 'se' e senza 'ma', si allontana giorno dopo giorno. La privatizzazione dei servizi idrici, le guerre per l'acqua, la cementificazione dei fiumi, il prosciugamento delle fonti, l'inquinamento delle falde sono solo alcuni degli aspetti dell'ingresso dell'acqua nel novero delle merci soggette al mercato liberista, dove i cittadini e i loro diritti diventano subordinati alla limitazione di responsabilità concessa alle aziende, in particolare alle multinazionali. Le storie di come il modello capitalista prima e liberista poi abbiano rovinato – in molti casi irreparabilmente – la naturale sostenibilità del mondo 'acqua' si possono ritrovare ovunque; è stato quindi necessario privilegiare un punto di vista, per raccontare le storture del 'sistema acqua', che fosse strettamente legato agli autori del testo. Si è così voluto sottolineare l'aspetto emozionale rispetto a quello tecnico o statistico, pur essendo questi in grado di tracciare un quadro più completo della tematica. Si è deciso di parlare con diversi linguaggi teatrali, privilegiando quando il racconto, quando la scenograficità, quando l'ironia, mantenendo però sempre a fuoco la necessità di avvicinare tutti questi approcci e tutte le persone che accederanno allo spettacolo, grazie al collante dell'emozione.
Il racconto:
L'acqua, elemento centrale dello spettacolo, viene vista sotto diverse angolazioni spaziando in terreni differenti tra loro sia dal punto di vista dell'approccio alla tematica sia dal punto di vista dell'approccio teatrale.
Prologo: la scena fa parodia degli attimi precedenti la creazione del mondo, che vedono Dio interloquire con gli angeli su quale sia il miglior modo per arricchirsi.
Prima storia: dipende tutto da dove nasci. La scena è il racconto della singolare situazione della città sudafricana Johannesburg, dove il quartiere dei più ricchi e quello dei più poveri è separato da 200 metri di conduttura dell'acqua; ma quei 200 metri segnano il confine tra l'accesso illimitato all'acqua a basso prezzo e l'accesso condizionato all'esborso di cifre che raggiungono la metà di uno stipendio.
Prima scena: la nascita. Mila, donna e madre, prima della nascita del figlio, in un intimo rapporto con i suoi sentimenti e con la sua coscienza, nella consapevolezza della crudeltà umana e del futuro destino del nascituro.
Primo sketch: imbottigliare la pioggia. Le multinazionali della plastica e i continenti galleggianti.
Seconda storia: siccità di Stato. La scena è il racconto di come sia possibile morire per la mancanza d'acqua in luoghi - dove l'acqua abbonda, perché tu sei solo un uomo in carne e ossa, e a dispetto di una multinazionale fatta di banconote fruscianti o degli interessi militari di uno Stato, non conti nulla.
Seconda scena: il viaggio. Il viaggio dell'uomo attraverso il mare, la conquista del nuovo mondo e le tragedie ad esso legate.
Secondo sketch: l'Africa è un colabrodo. Perforare pozzi non sempre disseta, spesso da un lato le aziende occidentali si arricchiscono e dall'altro le falde si prosciugano.
Terza storia: il letto di cemento. La scena è il racconto di quel che accade quando il cemento delle dighe e degli sbarramenti arriva fin dentro casa tua; un parallelo tra situazioni distanti tra loro, che parte dal Piave nel nord-est italiano passando attraverso l'India, il Nilo e il sud America.
Terza scena: il controllo. Il controllo dell'uomo sull'acqua, sulla natura e sui suoi simili. Tutto diventa meccanico, innaturale, il corso dell'acqua viene sconvolto provocando danni irreparabili.
Terzo sketch: l'acquedotto di casa mia. L'eterno dilemma tra gestione pubblica e privata.
Quarta storia: la terra e l'acqua santa. La scena è il racconto di ciò che si nasconde dietro l'insanabile situazione israelo-palestinese, dove acqua e religione sono una faccia della stessa medaglia.
Epilogo: l'acqua si ribella all'uomo e scatena la distruzione.
Il background:
La longa mano del mercato dopo aver fatto piazza pulita dei diritti delle persone in molti ambiti della quotidianità e in buona parte del globo terrestre, ha iniziato la scalata al diritto naturale più importante, quello all'acqua. Da diritto a merce il passaggio non è semplice, ma qui entra in campo – come spesso in passato – l'arma più temuta dai cittadini: la paura. E' così che sull'orlo del fallimento deciso a tavolino dagli speculatori anche l'Europa rischia di dover abbassare l'asticella dei diritti dei cittadini regalando anche gli ultimi baluardi della cosa pubblica – acqua in testa - ai vampiri del mercato. Dopo aver prosciugato i fiumi per produrre inutili oggetti che riempiono le nostre case, dopo aver imbottigliato la pioggia e averci convinto che fa bene alla diuresi, dopo aver disseminato gli oceani di bottiglie in plastica, dopo aver rovinato l'economia di sussistenza di intere popolazioni, dopo aver cancellato intere specie viventi, insomma, dopo aver ribaltato di centottanta gradi il paradigma naturale di equilibrio e sostenibilità, quel pugno di signori chiusi dentro i loro uffici tutto vetro e cemento hanno intenzione di riproporre per l'acqua ciò che succede nel mondo del lavoro: se vuoi bere – ossia, se vuoi vivere – devi sacrificarti e pagare sempre di più, altrimenti non servi e puoi pure morire.
Il messaggio:
In tutte le guerre della storia dell'umanità c'è un punto di non ritorno, un momento superato il quale il disastro è compiuto. In quella che è stata definita la quarta guerra mondiale questo punto, a detta di molti analisti, sta per essere superato (o forse lo è già). I passi in questa direzione ci sono passati sotto gli occhi come un cinema muto dove chi tentava di avvisarci della pericolosità della strada intrapresa veniva emarginato e tacciato di essere estremista e fomentatore. Oggi le crisi – economica, ambientale, sociale, politica – che stiamo attraversando, sono la riprova che quell'avvertimento era fondato. Ribadire ancora una volta quell'avvertimento, mettendo al centro di ogni azione e di ogni decisione le persone, spronare affinché si cambi rotta nella società e nella propria vita: questo il cuore di AcqumanA.
I personaggi:
Le persone di cui parla lo spettacolo non hanno nulla in più o in meno di tutte le migliaia di persone che sono vittime della mercificazione dell'acqua, oggi come nel corso degli ultimi decenni. La decisione di parlare di alcune particolari situazioni scaturisce semplicemente da un percorso di ricerca che ha portato ad “affezionarsi” alle storie di talune persone, essendo esse lo specchio dei concetti che si intende portare a conoscenza del pubblico. Si raccontano così le vicende delle popolazioni costrette ad abbandonare la propria terra a causa della costruzione delle dighe in India come in sud America, di chi fatica a trovare i soldi necessari per comprare l'acqua a costi esorbitanti nell'Africa sub-sahariana, dei fiumi cementificati del nord-est italiano, del valore dell'acqua nella situazione israelo-palestinese, di chi tira i fili della commercializzazione dell'acqua e di chi ne subisce le conseguenze.

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