13.8.11

Inchiostro Primitivo presenta: "Salento amore mio"

Sabato 13Agosto Campomarino

Inchiostro primitivo presenta:
Salento, amore mio

incontro con l'autore Pierfrancesco Pacoda
Sabato 13 Agosto ore 22,00 Piazzetta di Campomarino.
Ne parlerà con l'autore Antonio Prudenzano giornalista della redazione di Affari Italiani.
"La fortuna del Salento è dovuta a qualcosa che altrove non esiste più e che qui, invece, ancora coltiviamo. L'umanità. Se bussi a una casa in un paese, prima ti offrono un bicchiere di vino, poi si fanno quattro chiacchiere, e solo alla fine ti chiedono se hai bisogno di qualcosa"

Salento, amore mio
Viaggio nella musica, nei luoghi e tra i protagonisti del rinascimento salentino Da un decennio il Salento è venuto esprimendo una incredibile vivacità culturale provocando e promuovendo creatività di artisti, contaminazioni di stili, sarabande di modi. Questo "rinascimento salentino" lo cercano folle di turisti ogni estate sulle spiagge, nei ristoranti "tipici" e nelle piazze dei piccoli paesi. La terra del rimorso - come lo definì Ernesto De Martino - si è trasformata nella terra dell'edonismo, riportando al centro dell'immaginario giovanile e del consumo pop l'attenzione per le radici, la cultura popolare, incarnata anche dagli ultimi grandi vecchi entusiasti di salire su un palco, impugnare il tamburello e intonare un canto senza tempo. A cinquant'anni dal viaggio della troupe di Ernesto De Martino, Pierfrancesco Pacoda torna in quei luoghi per ricostruirne gli ultimi vent'anni attraverso le testimonianze di chi li ha vissuti, animati e anche criticati. Dalla nascita delle dancehall del Sud Sound System all'irruzione sulla scena della (new) pizzica, sottratta da un lato al folklore, dall'altro all'accademia; da uno dei più popolari folk music festival del mondo - la Notte della Taranta - agli scontri tra chi spinge per un turismo selvaggio e chi lotta per la difesa del territorio; dai documentari sulle Ferrovie del Sud Est della Fluid Video Crew alla danza delle spade di Torrepaduli, passando per l'officina culturale di Edoardo Winspeare e Coppula Tisa. Pierfrancesco Pacoda registra la polifonia di una terra in cui i depositari delle tradizioni desiderano reinterpretare il passato, senza perdere l'anima. Attraverso queste voci l'autore disegna la mappa di una galassia di realtà culturali autentiche, quasi segrete, che il visitatore più curioso potrà scoprire. Fuori stagione, lontano dai sentieri più battuti oppure a pochi passi dagli scogli affollati, dove si nascondono grotte con affreschi preistorici, dolmen divenuti pilastri dei capanni di campagna e feste private senza scaletta.
Pierfrancesco Pacoda, leccese, è critico musicale e saggista. Ha scritto, tra gli altri, Potere alla Parola (Feltrinelli, 1996), Discotech (Adn Kronos Libri, 1999) e Hip Hop Italiano (Einaudi, 2000). Un suo saggio compare sull'Enciclopedia Einaudi della musica. Ha curato il volume Se mi tingo i capelli di verde è solo perché ne ho voglia (Castelvecchi, 1999) e Io, dj insieme a Claudio Coccoluto (Einaudi, 2007). Collabora con Il Resto del Carlino, L'Espresso, il manifesto e Il Mulino.

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